Il governo sta studiando le mosse per rilanciare il settore dell’automotive sempre più in difficoltà: gli interventi annunciati dal ministro.
Il settore dell’auto è in forte difficoltà praticamente in tutta Europa. Anche nel 2024 i dati relativi alle vendite non sono stati confortanti e per questo i vari governi stanno cercando di studiare soluzioni assieme alle case automobilistiche per un rilancio già a partire da quest’anno. In Italia la situazione si conferma negativa: lo scorso anno il mercato dell’auto ha fatto registrare 1.558.704 immatricolazioni (dati UNRAE), con una flessione dello 0,5% rispetto alle 1.566.521 immatricolazioni dell’anno precedente.

Ma la cifra che spaventa di più è quella che fa emergere la netta distanza in termini di vendite rispetto al 2019, ovvero il periodo immediatamente precedente alla pandemia: il calo è infatti del 18,7% con oltre 358.000 unità in meno. Una difficoltà che sembra derivare soprattutto dalla mancata accelerata nella vendita delle auto elettriche: la quota BEV del 2024 è stata del 4,2%, praticamente la stessa del 2023.
Il futuro del settore dell’automotive nell’Unione Europea è un tema ormai ai primi posti delle agende politiche. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha tenuto nei giorni scorsi un incontro con Marc Ferracci, ministro dell’Economia e delle Finanze francese, per discutere proprio sulle soluzioni da adottare per fronteggiare al meglio la crisi del mercato dell’auto.
Crisi auto: gli interventi del governo italiano
Urso e Ferracci si sono incontrati per la quarta volta nel giro di pochi mesi, in questo caso a Varsavia, in occasione del Consiglio informale congiunto Competitività e Commercio. Parlando proprio di cosa è venuto fuori da questo confronto bilaterale il ministro Urso ha chiarito che l’approccio dell’UE sulle politiche per l’automotive deve diventare più ambizioso e basarsi su una strategia a lungo termine.

In questo momento Urso ritiene fondamentale soprattutto un intervento: lo stop alle multe, che deve però accompagnarsi “a una revisione complessiva del Green Deal“, come sostenuto dal governo italiano in un non-paper che ha già trovato il sostegno di 15 Paesi dell’Unione Europea.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy è poi tornato a battere sugli incentivi, ritenuti sempre più necessari dal titolare del Mimit soprattutto per le auto fabbricate in Europa. In più, a detta del ministro, servono “sostegni all’offerta per supportare l’industria della componentistica, anche istituendo un regime di aiuti di Stato ad hoc per il settore”.